STORIA del TE’
La Cina è la culla e il paese del tè. Oggi, il tè non è più soltanto una bevanda dissetante, ruolo principale che ha ricoperto fin dalla sua scoperta ma, cosa più importante, permette di soddisfare alcuni bisogni spirituali, di offrire la propria amicizia e di esprimere sentimenti personali. Tradizionalmente, si tramanda che Bodhidharma, missionario buddhista indiano che raggiunse la Cina nell’anno 526, un giorno, mentre sedeva in meditazione, colto dal sonno si addormentò. Quando si risvegliò, decise di tagliarsi le palpebre che caddero a terra, misero radici e germogliarono: la pianta che crebbe da esse fu la prima pianta di tè, il simholo (e la causa) dell’eterna Insonnia. La tradizione vuole infatti che la pianta del tè sia stata importata in Cina, nell’anno 543, da un asceta indiano, ma sappiamo con certezza che questa bevanda risale al tardo periodo Han (206 a.C. – 220 d. C ) o addirittura prima, come testimoniato dai riferimenti letterari. Il più antico è quello della biografia di Wei Zhao nella Storia dei Tre Regni in cui ricorre la frase: “Qualcuno segretamente gli diede del tè al posto del vino”, che può essere datata entro la decade 264-273. L’uso di berlo sarebbe stato introdotto prima nelle province del sud e poi verso il nord, dove divenne abituale e diffuso sotto i Tang (618-907). In principio si usavano le foglie fresche di tè selvatico come bevanda medicinale. La pianta del tè coltivata nella Cina centrale è il Thea chinensis, il Thea viridis dei botanici, le cui foglie sono più lanceolate di quelle del Thea cantoniensis o Thea assamica delle regioni del sud.
LIBRI sul TE’
Esisteva, nella Cina antica, una ricca letteratura, sottoforma di manuali o addirittura interi trattati, sul tè: uno di questi è il Cha Jing (“Classico del tè”) il cui autore, Lu Yu, morto nell’anno 804, è addirittura venerato dai coltivatori di questa pianta come la loro divinità tutelare. Il suo importante contributo per lo sviluppo del tè in Cina e nel mondo gli fece ottenere il titolo onorifico di «Immortale del tè» e di «Dio del tè». Il Libro del tè è un’opera in tre volumi di dieci capitoli che presenta in modo approfondito la coltura, l’evoluzione, la situazione dell’epoca, la tecnica, il servizio e la teoria del tè e che descrive perfettamente l’unione della situazione sociale e dei sentimenti umani e l’atmosfera cordiale e amichevole che si crea grazie alla cultura del tè in cui l’essere umano vive in perfetta armonia. “Il tè migliore – scrive Lu Yu – cresce in alta montagna, dove prevalgono la nebbia e la neve, cosa che conferisce un gusto migliore alle foglie”.La raccolta delle foglie di tè era un’arte altamente sviluppata e Lu Yu afferma: “Ci si può ammalare se si beve tè che è stato raccolto nella stagione sbagliata o impropriamente lavorato o mescolato con erbacce”.
FILOSOFIA, RELIGIONE e TE’
La cultura del tè riflette le relazioni di complementarietà reciproca tra le scuole confuciane e taoiste. Il confucianesimo ha creato i riti del tè, fatto che permise alla politica di infiltrarsi nella cultura del tè, e il taoismo vi introdusse l’arte, aprendole così orizzonti artistici. La cultura tradizionale cinese sottolinea in modo marcato l’unione tra essere umano e natura, e la teoria cinese del tè si ispira a delle idee di Laozi e di Zhuangzi. Anche il buddhismo raccomanda vivamente di bere del tè. Dalla sua introduzione in Cina, il buddhismo si radicò poco a poco formando un sistema religioso dalle caratteristiche cinesi che sarebbe divenuto una delle componenti importanti della cultura ideologica della società cinese antica. Sotto i Tang il buddhismo era prospero, i monaci percorrevano tutto il paese e degustavano tè. Inoltre, i templi buddhisti ne favorivano la piantagione, fatto questo che senza dubbio incoraggò la diffusione del tè come bevanda e lo sviluppo della sua cultura. Ed è la sua diffusione come bevanda che permise al tè di divenire un elemento fondamentale della cultura di questa società.
L’ARTE del TE’
Sulla lavorazione del tè i cinesi scrivevano: “… Per fare il tè come bevanda affumicare i pani di foglie fino a che non diventano rossastri, triturarli e metterli in un vaso di terracotta, versarvi acqua bollente e aggiungere cipolla, ginger e arancia. Bere quest’infuso smaltisce la sbornia e tiene svegli”. L’uso di petali di fiore per aromatizzare il tè risale all’epoca della dinastia Ming (1368 – 1644) e sono menzionati, per quel periodo, 50 tipi di tè, tributo della sola regione del Fujian. Per i cinesi, i caratteri del tè sono i più importanti: purezza e fermezza, caratteri che corrispondono alla fedeltà coniugale. Diverse leggende popolari degli Han e di altre etnie cinesi presentano l’amore attraverso l’intermediario del tè. I Cinesi danno molta importanza alla cortesia nel momento in cui le persone fanno visita. Offrire una tazza di tè per accogliere i visitatori è un rito tradizionale. Lasciare ripartire qualcuno senza avergliene offerta una tazza viene considerato un’offesa. Un tempo, i poveri che non potevano comperare del tè offrivano dell’acqua bollita tenuta al caldo, soprannominata “tè bianco”.
Inizialmente, per degustare il tè, si utilizzavano degli utensili comuni. Con il diffondersi di questa usanza, apparve un servizio speciale da tè, composto da teiera, tazze da tè, vassoio ecc. Il servizio da tè cinese ha una lunga storia ed è legato allo sviluppo del vasellame. Un tempo, il tè era considerato una specie di verdura che si cuoceva comunemente in un utensile ordinario. Con il formarsi di una nicchia sociale oziosa, si incoraggiò la degustazione del tè e del vino, moda che diede origine a una nuova domanda per il servizio da tè, per cui apparvero utensili speciali che servivano a conservare, cuocere e degustare il tè. Sotto i Ming e i Qing la cottura del tè si semplificò progressivamente, gli utensili utilizzati ugualmente, ma tale semplificazione d’altro canto richiese la qualità del servizio da tè, soprattutto quello della teiera e della tazza. Una buona teiera rifletteva bene il tempo, la moda e cultura dell’epoca. A metà della dinastia Ming, per mettere in infusione del tè era consuetudine utilizzare una teiera di terracotta rossa o di porcellana. Anche oggi un servizio da tè è solitamente fabbricato in terracotta o in porcellana, ma si utilizza anche vetro, metallo, bambù, giada o agata.
Da sempre, i degustatori hanno dato grande importanza all’acqua per l’infusione. Secondo il Libro del tè di Lu Yu, per fare un’infusione di tè, l’acqua che proviene da una sorgente d’alta montagna è la migliore, quella di fiume non è sufficientemente buona e quella di pozzo è mediocre. La temperatura dell’acqua da utilizzare dipende dalla tenerezza della foglia del tè: 80°C per un tè verde di buona qualità, più elevata per il tè nero e il tè Wulong. Mentre la proporzione d’acqua e di tè è di uno a 50-60 per il tè verde e il tè nero e di tre a sette per il Wulong.
CITAZIONI ANTICHE SU BENEFICI TERAPEUTICI del TE’
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“Bere tè amaro costantemente fa pensare meglio” ( da “Shi Lun” (“Sul cibo”) II secolo)
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“Bere tè genuino aiuta a combattere la sete e a digerire, controlla il plegma, stimola l’attività renale, migliora la vista e le capacità mentali, caccia via la noia e dissolve il cibo grasso. Non si può fare a meno del tè neanche per un giorno” (“Cha Pu” (“Manuale del tè”) epoca Ming)
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“Il Tè è rinfrescante, stimolante, lassativo e astringente al tempo stesso.Preso in grandi quantità per lunghi periodo rende le persone magre e anemiche. Il tè leggero è un ottimo rimedio per sciacquare gli occhi malati e le parti irritate … I semi di tè recano beneficio a tosse, dispnea e ronzio auricolare. Il tè è l’ideale per mitigare il calore interno che è la causa di tutte le malattie.” (Farmacopea Ming)